R&S anche per l’agricoltura?

R&S anche per l’agricoltura?

La Legge di Bilancio 2020 (L. 160/2019) ha sicuramente portato un’importante novità per quanto riguarda il  settore primario, infatti, è stata data la possibilità a tutti coloro che dichiarano un reddito su base catastale, di poter comunque accedere al c.d. credito Industria 4.0. in quanto, a decorrere dal 2020, si è passati da un incremento fiscale della quota ammortizzabile dei beni al riconoscimento di un credito di imposta da utilizzare in compensazione.

Con la Legge di Bilancio 2020 si è inoltre riscritta la disciplina del c.d. bonus R&S (ricerca e sviluppo) questa volta dimenticando l’agricoltura, infatti, per espressa previsione normativa il comma 199 delimita il perimetro applicativo affermando che “Possono accedere al credito d’imposta tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito d’impresa” ragion per cui la maggior parte dei soggetti operanti in agricoltura ne sono esclusi.

Questo non vuol dire che non si debba rispondere alla domanda se anche il settore primario può accedere al credito R&S.

Di recente è stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 182 del 21 luglio 2020, il decreto Mise del 26 maggio 2020, con cui, seppur con qualche ritardo, è stata data attuazione al nuovo credito.

In particolare, saranno da indagare le attività in essere delle società agricole che dichiarano un reddito di impresa (di fatto tutte a esclusione delle ditte individuali, delle società semplici e degli enti non commerciali) per verificare se possono rientrare in un concetto di attività di ricerca e sviluppo (a sua volta scindibile in ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale), attività di innovazione tecnologica e attività di desing e ideazione estetica come definite dal decreto Mise.

E questo in ragione della circostanza che le associazioni di categoria, allorquando è stata varata la Legge di Bilancio per il 2020, si erano lamentate della mancata inclusione, come fatto al contrario per il credito Industria 4.0, del comparto primario a 360°.