La società semplice può cedere il credito Industria 4.0 al socio?

La società semplice può cedere il credito Industria 4.0 al socio?

La Legge di Bilancio 2020 (L. 160/2019) ha sicuramente portato un’importante novità per quanto riguarda il  settore primario, infatti, è stata data la possibilità a tutti coloro che dichiarano un reddito su base catastale, di poter comunque accedere al c.d. credito Industria 4.0. in quanto, a decorrere dal 2020, si è passati da un incremento fiscale della quota ammortizzabile dei beni al riconoscimento di un credito di imposta da utilizzare in compensazione.

La norma deve essere letta con ancora più interesse in ragione dei rumors secondo cui sarà possibile, a breve, procedere alla cessione del credito originatosi con l’investimento agli istituti di credito.

La norma, come detto, per effetto del restyling operato con la L. 160/2019, si rende applicabile anche al settore primario che dichiara un reddito fondiario, settore che come noto fruisce di un supporto agli investimenti, ragion per cui la prima domanda che bisogna sempre porsi quando si deve valutare l’impatto finanziario dell’investimento in ragione delle possibili agevolazioni fruibili è la compatibilità tra il credito di imposta Industria 4.0 e i PSR.

Per quanto attiene questo aspetto, sarà necessario verificare che il bando regionale non preveda l’incumulabilità tra le due agevolazioni e, successivamente che la fruizione di entrambe non comporti il superamento del costo sostenuto.

Altra problematica che a oggi, invece, non ha ancora trovato una soluzione pacifica, è quella che concerne, fattispecie frequentemente riscontrabile nel mondo agricolo, che l’investimento sia effettuato da una società semplice.

In questo caso, la domanda che bisogna porsi è se il credito di imposta che si origina è trasferibile in capo ai singoli soci.

In passato l’Agenzia delle entrate si era espressa in senso favorevole in riferimento ad altre agevolazioni (risoluzione n. 120/E/2002 nonché la più recente risposta a interpello n. 85/2020), tuttavia, si ritiene che, nonostante la logica estendibilità di tali conclusioni anche al credito Industria 4.0, sia necessaria una presa di posizione ufficiale da parte dell’Agenzia delle entrate.

Non bisogna scordarsi, infatti, che, come del resto ricordato dalla stessa Agenzia delle entrate di recente con la risposta a interpello n. 234/2020, le norme che dispongono agevolazioni od esenzioni sono di stretta interpretazione, nel senso che “i benefici in esse contemplate non possono essere estesi oltre l’ambito di applicazione come rigorosamente identificato in base alla definizione normativa” (Corte di Cassazione sentenza n. 11106/2008).